venerdì 19 aprile 2024

Il problema del lavoro


 

Ascolto da molti "saggi" che oggi trovare lavoro è un problema.

Allora, da completo ignorante, consulto il vocabolario "Treccani" e associata alla parola "Problema", leggo il seguente significato: "Ogni quesito di cui si richieda ad altri o a sé stessi la soluzione, partendo di solito da elementi noti."

Dopo la lettura, se prima pensavo di essere ignorante, devo ammettere di essere anche stupido!
Da piccolo, mi hanno sempre detto che se vuoi mangiare devi lavorare e quindi ho pensato che "scegliendo" di non lavorare non avrei potuto mangiare.
Mi sono detto: lavorerò come un matto così potrò mangiare.
Crescendo, hanno aggiunto che serve l'istruzione per ottenere un lavoro meno faticoso e meglio retribuito.
Ubbidiente, sono andato all'università e mi sono laureato.
Giunto nel momento di raccogliere i frutti dei miei sacrifici, mi hanno detto: Scusa, tutto quello che ti è stato detto prima ora non vale più...... ora serve la raccomandazione."
Ma dove la trovo?
Elemosina, prostituisciti mentalmente, regala il tuo tempo vita, inventati sistemi per impietosire.
Ma ho una dignità!!! Lo ha detto pure il papa!!
E' vero? Per fortuna che non ti ho detto che potresti delinquere!!!
Allora che faccio?
Ho sentito parlare della libera iniziativa, di lavori moderni e di tante idee per guadagnare soldi comunque.....  informati!
Ecco perché non capivo la definizione di problema data dalla Treccani!!!!
Non si hanno dati certi e non si sa a chi porre la domanda!!
.... intanto, spero di non morire di fame.

giovedì 18 aprile 2024

Immaginando un futuro


 

Il futuro è il tempo in cui le azioni si compiono nell’immaginazione. In realtà, quando si pensa a una scena che si svilupperà nel futuro, nella testa quel futuro è rappresentato come presente. Il problema sta nel fatto che non si riesce a razionalizzare il risultato o meglio, non ci si fida della propria elaborazione.

Questa difficoltà, dipendendo da fattori esterni all’immaginazione e dallo stato psicologico del momento, impedisce di costruire un quadro verosimile del cotesto che appunto si creerà nel futuro. Per questo motivo si ricorre alla probabilità e alla statistica per dare credito ai possibili risultati. Il frutto del cervello non è accettato ma è affidato alla possibilità sostenuta da un sentimento di emozione, chiamato speranza. 

Il segreto sta proprio nel porre attenzione nel momento dell’immaginazione, ma tutto dipende molto dalla rigidità del modello mentale con cui il pensiero viene accolto e analizzato. L’umanità, sebbene giovane (anzi, appena infantile) nella scala del tempo universale, è già costituita da sistemi di protezione che impediscono una facile rottura del paradigma mentale. Il fatto stesso di usare parole e concetti standardizzati costituisce già un limite alla libera analisi.

Affinché l’evoluzione della specie umana porti un’importante novità, sarà necessario che qualcosa (o causa), esterna al mondo dell’essere, dia quello spunto necessario per salire su un nuovo livello di astrazione, superiore a quello attuale. Magari determinata da qualche intelligenza extraterrestre!

Quando si sarà scoperto qualcosa di veramente nuovo, tutte le certezze conquistate fino a qual momento vacilleranno e si aprirà una nuova era, consegnando quella attuale all'età post-dinosauria.

Per esempio, ad oggi non esiste nulla di più veloce della luce.  Allora, proviamo per gioco a mettere in dubbio questa verità scientifica! A quali conseguenze andremo incontro? Tutto quello che si sa andrebbe rivisto; nuovi stimolanti scenari si aprirebbero.

In poche parole, il nostro paradigma mentale subirebbe uno scossone e ciò che prima poteva sembrare assurdo diventerebbe possibile.

 

mercoledì 17 aprile 2024

Il problema di scegliere

 

Scegliere è un verbo e come tale indica un’azione. Dal vocabolario si legge il suo significato: 

Esercitare un libero atto di volontà mirato a effettuare una scelta tra due o più offerte, proposte, possibilità, in base ad una preferenza indotta dal gusto, dalla necessità o dalla mancanza.

Una splendida definizione, ricca di illusionismo e di bugie bianche!

Siamo sicuri che si tratti di un libero atto? Che cosa si cela dietro le offerte? Chi o cosa determina la preferenza? Da chi o da cosa sono indotte il gusto, la necessità e la mancanza?

Ovviamente, nel momento della scelta non badiamo a questo mondo nascosto e presumiamo di essere noi i protagonisti della scena. In realtà siamo dei figuranti che si muovono su un palcoscenico preparato da una regia esterna, oscura alla nostra consapevolezza.

Qualche giorno fa sono stato dal supermercato e tra le tante necessità “moderne” avevo bisogno di acquistare dei fardelli d’acqua.

Guardando le “offerte”, ho dovuto “scegliere” tra le tante marche imbottigliatrici di acqua. Ovviamente, pur essendo semplice acqua, i prezzi erano diversi. Quindi io dovevo scegliere in base ai miei gusti e necessità?

Per quanto riguarda i miei gusti, non sono certo che siano proprio miei, poiché imbevuto dalla pubblicità in tv. Mentre riflettevo sulla decisione da prendere, una martellante musichetta tenta tentava di addormentare la mia razionalità; inondava a ciclo continuo e con le stesse note tutta l’area strategicamente preparata per indurre agli acquisti. Ripeteva senza pietà la stessa filastrocca che termina con “la spesa intelligente”.

Inoltre, riferendomi alla libertà dell’atto di scegliere, si deve convenire che posso scegliere soltanto in base a cosa il supermercato ha scelto di vendere … non ho altre alternative, se non quella di cambiare supermercato e sottoponendomi alle scelte di qualcun’altro.

Ormai abbiamo poco da scegliere e la tecnologia ci toglie anche la fatica di pensare.

martedì 16 aprile 2024

Una storia di fantasmi?

 

Una sera tardi d’inverno mentre ritornavo a casa dopo una lunga giornata impegnativa accadde un fatto inspiegabile. Percorrevo la sinuosa strada che si snoda tra le desolate terre della Murgia pugliese.  Erano passate le nove serali, ma in tempo d’inverno e senza illuminazione si aveva l’impressione della notte tarda. Io ero l’unico viaggiatore, guidavo e occasionalmente davo uno sguardo al cielo stellato … era una trapunta di diamanti. Forse quelle visioni hanno contribuito a creare il mistero intorno alla scena che si compose dopo.

Mi trovavo nei pressi di una cava e approfittati di un rientro della corsia stradale per rispondere ad un impellente bisogno fisiologico. Accostai l’auto nei pressi di una radura polverosa, ricca di cespugli affastellati a formare un muretto verde. Uscii dall’auto e mi approcciai davanti al cespuglio per risolvere il problema fisiologico. Contemporaneamente, non perdevo di vista quello spettacolo unico offerto dalle stelle. La luna era regina, degnamente onorata dalle collane d’argento sparse intorno a lei. Il rumore della macchina, lasciata appositamente in moto, faceva contrasto con la quiete della natura. Non nascondo che quel rumore mi rassicurava dalla paura di quel luogo solitario. Non ho mai creduto ai fantasmi, ma quella circostanza mi induceva qualche perplessità.

Avevo da poco iniziato il processo biologico quando ad un tratto tra i cespugli credetti di vedere due brillanti occhietti che mi osservavano. Immaginate il mio stupore! Interruppi ogni cosa e con la massima fretta rientrai in auto per riprendere il cammino. Mentre guidavo cercavo di darmi una spiegazione all’accaduto. Mi dicevo: “era una volpe che mi scrutava?”. Subito dopo scartavo questa idea perché sapevo che le volpi fuggono alla vista dell’uomo. Inoltre, quello sguardo assomigliava molto a quello umano. Ma l’ipotesi che fossero gli occhi di un essere umano, non mi convinceva perché quel cespuglio era troppo basso per nascondere la mole di un corpo. Non mi davo altre spiegazioni se non quella che avendo guardato a lungo il manto stellato, probabilmente nei miei occhi si era fissata la luce di due astri vicini. Dovevo accettare forzatamente questa spiegazione poiché lo sguardo di quella entità nascosta tra i cespugli mi era vivo.

Quando ne parlai ad un amico, mi raccontò che queste visioni sono molto comuni in quei luoghi dove qualcuno perde la vita e non si rassegna a lasciare la terra. 

Vi confesso che rabbrividii.

lunedì 15 aprile 2024

Responsabilità ignorate

 

Per far nascere un figlio, oggi serve una grande dose di inconsapevolezza. Se non fosse così, si dovrebbe assumere una responsabilità che va oltre le proprie possibilità. Mentre siamo padroni di decidere di procreare, siamo schiavi dell’imponderabile.

Come sarà il figlio? Sarà sano? Accetterà di buon grado il mondo che troverà? Sarò capace di educarlo nel modo giusto e di sviluppare le sue potenzialità? Avrà una vita felice?

Questi sono alcuni dei tanti quesiti le cui risposte si conosceranno a posteriori. Se avremmo avuto successo (aiutati dalla fortuna), ci rallegreremo, al contrario, non potremmo farci nulla e avremo reso un’anima infelice.

In una società in cui il lavoro occupa la maggior parte del tempo vita, crea seri problemi nel seguire lo sviluppo emotivo del figlio. L’assenza del genitore può determinare gravi problemi di relazione con risvolti   negativi sull’autostima. Tutto questo non si tiene conto nel momento della decisione di avere un figlio.

In ogni caso, l’esperienza di genitore rappresenta un vissuto che non si vuol perdere per cui ci si benda gli occhi (non ci si pensa) e ci si affida al “destino”.

Molte persone diventano genitori per “caso”, come risultato derivante da un occasionale rapporto sessuale oppure come una semplice conseguenza della vita di coppia. La loro inconsapevolezza e di secondo ordine poiché il problema del possibile nascituro non se lo sono neanche posto.

Per coloro, invece, che programmano, il momento di avere un figlio, forse non sanno che quel momento sarà determinante per la qualità della vita che verrà. Far nascere un bambino oggi o fra un anno significa determinare due caratteri e due destini completamente diversi. Il contesto attuale cambierà e con lui cambieranno tutte le condizioni in cui il bimbo crescerà.

Una persona adulta conosce bene le differenze tra il tipo di vita di oggi e quello della sua infanzia. La tecnologia ha modificato comportamenti e interessi. La famiglia ha assunto forme nuove. La società ha imposto nuove regole. Quindi, non è importante raffrontare le due epoche diverse in termini “si stava meglio allora o oggi?”, vale la pena, invece, di prendere atto che la modernità ha introdotto nuovi problemi e tutti senza esperienze pregresse.

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